Saturday, April 04, 2020


ma ne abbiamo di limiti...?


NON APRITE QUELLA PORTA....


Perchè è difficile chiudere la porta di Casa?

Mi sono chiesto in questi giorni perchè ci pesa cosi tanto stare in casa, chiusi tra le porte delle nostre abitazioni. Banalizzando credo che ci siano dei fattori fisici come il desiderio di muoversi, respirare aria all’aperto, dei fattori psicologici che possiamo chiamare abitudini, modi di vivere, prassi, e poi credo che ci siano dei fattori strutturali a livello ontologico, a livello della natura prima dell’uomo stesso.

Credo che la struttura originaria dell’uomo, di qualsiasi uomo sia quella che viene definita come il suo essere religioso. Il concetto di Homo Religiosus è stato proposto da Julies Ries, come fondamento di una nuova antropologia. L’Homo Religiosus non è un concetto relativo ad una appartenenza di fede o a questo o a quell’altro credo. Il “religiosus” è la chiave riassuntiva della natura stessa dell’uomo. L’uomo ha originariamente in se stesso un riferimento a qualcosa d’altro, a una trascendenza, a un’alterità. Questo riferimento lo definisce. L’uomo prende coscienza di non essere tutto risolto in se stesso, di non essere il padrone di casa sua, ma di essere abitato da una alterità. Nella relazione con questa alterità prende coscienza e struttura la sua identità.

Secondo il Card. Ries, padre dell’homo religiosus, ognuno di noi prende coscienza di se stesso in relazione a:

-          autocoscienza: ognuno di noi sperimenta di avere una coscienza
-          all’apertura all’eccedenza – alterità della trascendenza: lo stupore
-          alla paura e all’angoscia che deriva dalla morte
Sono tre relazioni che si intrecciano contemporaneamente tra di loro andando a definire quell’ambiente nel quale la coscienza stessa dell’individuo si sviluppa. E’ una SCENA UMANA, come dice Petrosino Silvano. Una scena in cui l’uomo è gettato a vivere e a relazionarsi. Umana sta per normale, intrinseca nell’uomo. Sta per originaria: non è una risposta alla paura o ai problemi, non è l’oppio dei popoli. Il religioso è posto all’origine stessa dell’identità dell’uomo, è un processo originario proprio perchè l’uomo si definisce nella sua tensione all’alterità. Non è una risposta alla paura, ma una risposta ad andare verso l’A/altro. Il carattere RELIGIOSO dell’uomo non è figlio delle grandi religioni, le precede.
Ognuno di noi coglie, soprattutto in questi giorni, come egli stesso non sia fatto per stare chiuso in casa e in se stesso. E’ continuamente proiettato verso l’altro. Nella relazione con l’altro si risolve, e si rende pieno. Non possiamo nè evitare nè dominare questa alterità.
Una cosa che possiamo fare in questi giorni di “abitazione sacralmente forzata” è: guardare il cielo, e riscoprire la nostra posizione nell’universo. Guardiamo al cielo per riscoprire come siamo spinti verso altro.
Rifacciamo quello che hanno fatto gli uomini arcaici, riscopriamo come la nostra apertura all’altro si dipana nella relazione con l’altro, nell’entrare in dialogo con l’A/altro. L’uomo è un animale RELIGIOSO.
Ma allora è per questo che ci fa impazzire la porta chiusa?

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